bloggando qua e là mi sono accorto di una cosa: i blog della mia città sono spesso tristi, malinconici, come triste e malinconica è la città, la nebbia che la avvolge in giornate come questa, come il Po che le scorre accanto, come i vicoli del centro storico perennemente deserti appena cala il sole, come la periferia di palazzoni senz'anima dove abito, come la campagna piatta e monotona che la circonda, come la zona industriale che sembra essere l'unica parte della città ancora in grado di allargarsi e intristire ed immalinconire ancora di più il paesaggio.
sembra quasi un marchio di fabbrica che ci portiamo dentro...
poi passo a fare altre considerazioni: appartengo ad una generazione dannata, alla quale i nostri padri hanno consegnato un mondo che non ci piace, che loro hanno costruito, quando c'era da rimboccarsi le maniche e rifare l'italia, così si dice, per offrire ai loro figli una vita migliore della loro, ma migliore secondo il LORO punto di vista.
poi c'è la congiuntura negativa, il mondo è pieno di guerre, lo tzunami...
c'è l'aids che, insisto, ci ha cambiato la vita, ha allontanato le persone, adesso si scopa, ma si parla anche, ci si conosce, via internet.
tutto questo guazzabuglio di banalità per dire che è obiettivamente dura passarsela bene se sei un trentenne (più o meno...) che parte con quest'handicap, e in più ogni tanto commetti anche l'errore di ragionarci su...
diciamo che non scommetterei su di me per il premio vita felice e spensierata.
dimenticavo ovviamente tutta la parte sulla storia personale di una persona, su quello che uno è in base a come viene cresciuto, a ciò che gli trasmettono (o non gli trasmettono) i suoi genitori, alle carenze affettive e ai traumi subiti da piccolo...quando ci si autocommisera, bisogna essere precisi!
eppure io so, mi ricordo, che a volte la mia città mi sembra proprio bella, me ne vado in riva al Po
per starmene in pace, faccio giri a vuoto per le campagne solo per il gusto di guardarmi attorno, e ammirare il paesaggio.
il sole che cala sui campi di grano mietuto, le distese di girasoli che si trovano in qualche angolo della provincia, la nebbia che riempie piccole conche nella prima collina, persino un'alba vista dalla fabbrica di pomodori dove passo l'estate, alle volte mi riempiono di belle sensazioni.
e poi ci sono le volte che anche il mio lavoro (quasi dimenticavo...), che tanto mi deprime, mi dà invece piccole soddisfazioni che mi fanno dire che non lo cambierei con niente al mondo.
tutto questo credo che succeda perché io sono un essere che più o meno pensa, e si rende conto delle cose che ha attorno, di quelle belle e di quelle che fanno schifo; ma, oltre a pensare, sono anche un essere che "sente", che prova delle emozioni e vive degli stati d'animo, che ha una memoria, che gli permette di ricordare le cose, e a volte gli impedisce di dimenticare le emozioni.
penso che sia per questo che, anche se so che il grano verrà di nuovo mietuto, e i girasoli torneranno a fiorire, e io tornerò a trovare bella un'alba o un tramonto, anche se so che ci saranno mille nuove ragazze da amare, infinite serate da passare con gli amici, quelli buoni, anche se so che non può piovere per sempre, adesso mi sento che non me ne frega un cazzo, che sto di merda e che faccio fatica a farcela!
e poi... e poi non so neanche più dove sto andando a parare, e mi sto annoiando da solo.